La Nigeria vieta di bruciare all’aperto gas impianti petroliferi

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Lunedì, 9 Giugno 2008

Il gas bruciato dalle “torce” nei Paesi produttori di petrolio rappresenta una grave perdita economica e di risorse e contribuisce ad uno spreco che diventa anche fonte di una buona quota di emissione di gas serra. Il problema è molto preoccupante nei Paesi produttori di petrolio che non hanno ancora sviluppato una vera e propria industria dell’esportazione e dello sfruttamento locale del gas, in particolare quelli africani. Per questo, secondo quanto scrive il giornale Guardian di Lagos, il Comitato per il gas del Senato nigeriano, riunito nella capitale Abuja, ha chiesto a tutte le compagnie petrolifere di

cessare la combustione di gas nel Paese entro il 31 dicembre 2008.

L’annuncio arriva dopo che il senato nigeriano aveva adottato una raccomandazione formulata dal Comitato congiunto sul gas, l´ambiente, l´energia e l’industria petrolifera che aveva chiesto di spostare la fine della combustione del gas all’aperto dall’ 1 gennaio 2008 al 31 dicembre. Secondo un rapporto presentato al Senato di Abuja dal presidente del Comitato congiunto, Osita Izunaso, le riserve di gas naturale stimate nella federazione della Nigeria sarebbero di 5.009 miliardi di metri cubi, e rappresentano l’1,5% del volume di gas bruciato all’aperto, in torce degli impianti o più semplicemente direttamente sul terreno.

Le Nigeria è il più grande produttore di petrolio dell’Africa ed il sesto esportatore del mondo, con una produzione di circa 2,6 milioni di barili di greggio al giorno. Una risorsa che però scarseggia localmente, tanto che sono frequenti incidenti gravissimi provocati dal furto di petrolio direttamente dalle condotte petrolifere, mentre il gas viene praticamente bruciato senza essere sfruttato a fini energetici locali. Ma il gas nigeriano è anche una delle fonti alternative rispetto a quello russo, su cui puntano i Paesi occidentali, con la creazione di navi gasiere e centrali a gas per poterlo sfruttare.

Secondo il Comitato del Senato, la combustione di gas legato alla produzione di petrolio è in aumento costante dal 1979, anno in cui è stata approvata la prima legge che prevede l’autorizzazione per la combustione del gas. «Tenuto conto dei danni insopportabili inflitti all’ambiente ed alla salute umana dalle torce del gas - ha detto Izunaso – occorre ormai vietare questa pratica che consiste nel bruciare il gas che fuoriesce dalla produzione petrolifera».

Il comitato ha anche suggerito al governo federale della Nigeria di adottare una politica per gestire sistematicamente il gas bruciato, dopo consultazioni con le parti interessate. Il Comitato per il gas del Senato nigeriano ha anche chiesto di introdurre dei sistemi di misure internazionali per valutare la quantità di gas che si infiamma in Nigeria.

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