L'Onu: il futuro della Terra è a rischio

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Lunedì, 7 Gennaio 2008

NAIROBI, Kenia -- Se entro il 2050 non si interviene, la situazione del nostro pianeta diverrà irrecuperabile. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Unep, che ha sede a Nairobi.

Secondo l'organismo ambientale dell'Onu che a sede a Nairobi, se non vogliamo incorrere nel pericolo di arrivare ad un punto di non ritorno dovremmo ridurre le emissioni di gas serra del 50 per cento.

L'allarmante situazione del nostro pianeta è descritta per filo e per segno nel "Global environmental outlook" (la Previsione ambientale globale) presentato dall'Unep (United nations environmental programme, ovvero il Programma ambientale delle Nazioni Unite).

Allo studio hanno partecipato più di 1400 scienziati provenienti da tutto il mondo. Secondo il prezioso documento sono tre le cause che potrebbero compromettere e infine impedire la vita sulla Terra: la rapida crescita della popolazione, il riscaldamento globale e l'aumento delle specie in via d'estinzione.

Gli esperti hanno evidenziato che l'uomo e le sue attività condizionano fortemente il clima terrestre e gli ecosistemi. E un grosso problema potrebbe essere proprio quello della sovrappopolazione: secondo alcune proiezioni scientifiche la popolazione umana toccherà la soglia degli 8 miliardi e 10 milioni di abitanti tra meno di mezzo secolo.

Inoltre la fine della biodiversità. I dati dell'Unep dicono che il 23 per cento dei memmiferi, il 12 per cento degli uccelli e il 30 per cento degli anfibi è a rischio estinzione. Senza contare l'eccessivo sfruttamento della pesca, che unito all'inquinamento, provoca serie conseguenze sullo stato dei fiumi: stress idrico e diminuzione della portata d'acqua prima di raggiungere il mare.

Il rapporto dell'Unep non serve solo per conoscere la reale situazione del globo ma anche per stimolare singoli individui, stati e industrie a migliorarla. Entro il 2050, i paesi più industrializzati dovranno tagliare le emissioni inquinanti dal 60 all'80 per cento e ridurre del 50 per cento la quantità di gas serra immessa nell'ambiente.

Valentina Corti

 


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