Disastri climatici: +350% dal 1980 a oggi

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Martedì, 16 Dicembre 2008

 

POZNAN (Polonia) - La conferma viene anche dal mondo dell'economia e delle assicurazioni internazionali: i disastri climatici sono in rapido aumento in tutto il mondo, con un crescendo di perdite di beni materiali e di spese per i governi dei Paesi colpiti. A causa del riscaldamento del pianeta, la frequenza e la violenza degli eventi estremi aumenta e mette a dura prova infrastrutture e opere civili che non erano nate per resistere a venti, piogge intense e inondazioni al di sopra dei limiti di progetto. Il tema è stato discusso in un side event che si è svolto alla conferenza sui cambiamenti climatici , giunta alle ultime battute in un clima di incertezza per i contraccolpi negativi che arrivano da Bruxelles, dove si moltiplicano i contrasti sul «pacchetto climatico» ancora in discussione. Lo studio che certifica l' impennata delle perdite economiche associate ai disastri climatici è stato condotto in collaborazione fra l'Unep, il programma ambientale delle Nazioni Unite, e Munich Re, un colosso delle assicurazioni internazionali.

AUMENTO - Dal 1980 a oggi gli effetti negativi dei disastri naturali di tutti i tipi sono in aumento per la ovvia ragione che è cresciuta la popolazione mondiale, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Ma con un importante distinguo: mentre i danni e le vittime provocati dai terremoti sono aumentati del 50% (e sì che negli ultimi decenni ci sono stati terremoti catastrofici) , quelli causati da cicloni, alluvioni e inondazioni legate a fenomeni meteorologici avversi, sono aumentati molto di più: del 350%. Il 2008, viene precisato nel rapporto, è stato in assoluto il secondo anno più gravoso per il sistema assicurativo internazionale dopo il 2005, l'annus horribilis in cui la città di New Orleans e molte altre zone degli Stati Uniti furono investite dalla furia dell' uragano Katrina, con perdite economiche di oltre 220 miliardi di dollari. Il 2008 ha conosciuto un altro evento simile, il ciclone Nargis che ha colpito Myanmar (Asia), provocando 84.500 vittime.

DILAZIONI - Anche se focalizzate sul fronte economico, le conclusioni del rapporto Unep-Munich Re, sono in linea con quanto previsto nell' ultimo rapporto scientifico dell'Ipcc (il comitato scientifico sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite): l' inasprirsi degli eventi estremi è palese e richiede urgenti misure di adattamento e difesa in quasi tutti i Paesi del mondo, con una particolare attenzione a quelli più vulnerabili e popolosi delle fasce tropicali. «Che la crisi economica ponga dei problemi ai governi su come affrontare i necessari tagli alle emissioni di gas serra, è comprensibile - ha dichiarato il premio Nobel Rajendra Pachauri, presidente dell'Ipcc, commentando le difficoltà che incontra la conferenza a delineare un futuro per il Protocollo di Kyoto, oltre la sua scadenza del 2012-. Ma che la crisi venga presa a pretesto da parte di alcuni governi per sfuggire agli impegni di riduzione o per dilazionarli sine die, è disastroso».

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