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GROTTAMMARE – Punteruolo rosso: la guerra è aperta. In gioco c’è l’immagine stessa della Riviera e le contromisure tese a eliminare o quantomeno arginare il problema si annunciano mastodontiche. Da Cupra a San Benedetto, passando per la Perla dell’Adriatico patria del vivaismo, il livello di allerta ha raggiunto l’apice. L’Assam, agenzia per i servizi del settore agroalimentare, ha annunciato il blocco del commercio delle palme per almeno due anni. Il tutto mentre dai Comuni arrivano notizie buone sulle sperimentazioni ma pessime sull’inevitabile aggravio economico che queste comportano. “Siamo in difficoltà – ha ammesso l’assessore Marconi – continuiamo a trovare palme infette anche se quelle essenze che prima andavano abbattute ora possono essere curate. Ma i costi da fronteggiare non sono proprio lievi tanto che, probabilmente, sarà necessario istituire un capitolo di spesa per la causa”. Gli abbattimenti, ad ogni modo, dovrebbero cessare: “Nessun abbattimento - promette l'assessore - a meno che non vi siano palme talmente in stato avanzato che risultino pericolose e che dunque vadano abbattute. Con le risorse che abbiamo - continua - stiamo cercando di fare il meglio possibile, ovvero lavorare con il supporto di esperti per tentare di trovare la strada giusta per debellare il problema e credo che riusciremo a farlo”. Quindi l’appello ai vivaisti: “I vivaisti devono avere pazienza ed essere lungimiranti poiché - spiega Marconi - Grottammare rappresenta oggi l'epicentro dell'infestazione per cui trovo normale il divieto di entrata e uscita di nuove palme, inoltre la direttiva Assam che vieta il commercio di palme è stata estesa anche ai paesi limitrofi, ciò lascia intendere lo stato di emergenza. Uno stato di emergenza al quale sono stati anche preparati i giardinieri dei tre Comuni con un corso di aggiornamento finalizzato ad addestrarli ad affrontare il coleottero killer. Ora non resta che sperare nella ricerca e nella bontà delle soluzioni trovate. Le palme rappresentano l’immagine della Riviera. Perderle significherebbe privarla della propria identità turistica.
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