Mercoledì, 10 Dicembre 2008
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BRUXELLES - Gli obiettivi del pacchetto clima dell'Unione europea, il cosiddetto 20-20-20, "non sono negoziabili". Lo ha indicato il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Durao Barroso, il quale ha spiegato che è comunque necessario garantire "un'equa distribuzione" dei costi del pacchetto con una "flessibilità" a fronte di "preoccupazioni giustificate".
Barroso ha ricordato che, tra l'altro, non sarebbe giusto per l'Unione Europea "annacquare" le ambizioni del suo pacchetto sul clima, ora che gli Stati Uniti, con il presidente eletto Barack Obama, si stanno avvicinando alle posizioni Ue. Secondo il presidente della Commissione Ue sarebbe un errore mandare agli Usa il messaggio che l'Unione europea abbassa le sue aspettative sul clima. "Questo è un test della credibilità per l'Ue", ha sottolineato Barroso.
Il pacchetto clima-energia dell'Unione Europea, che verrà
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discusso a Bruxelles giovedì e venerdì, ha tre
obiettivi: la riduzione di gas serra del 20% entro
il 2020, il 20% di energie rinnovabili entro la
stessa data e infine il miglioramento del 20%
dell'efficienza energetica (da qui la definizione di
obiettivi 20-20-20).
Il summit Ue che si apre dopodomani a Bruxelles dovrà prendere "decisioni storiche", se non vi fosse un accordo sarebbe una sconfitta per tutti e 27 gli stati membri, ha aggiunto Barroso, ricordando che "Si tratta di uno dei summit più importanti degli ultimi anni".
Il presidente della Commissione si è felicitato per l'accordo tra le tre istituzioni Ue (Consiglio, Parlamento Europeo e Commissione) sulle energie rinnovabili. L'accordo raggiunto accoglie la richiesta italiana di una clausola di revisione nel 2014 per l'obiettivo di arrivare a un 20% di rinnovabil nel mix energetico entro il 2020.
Rimangono altri nodi importanti, come ha sottolineato il presidente francese Nicolas Sarkozy, che pure si è dichiarato fiducioso: "La questione della solidarietà, la durata e l'ampiezza delle deroghe limitate da accordare ai produttori di elettricità di certi Stati membri ed eventuali questioni che restano da risolvere per il trattamento dei rischi di fuga di carbone".
Ottimisti anche il premier polacco Donald Tusk e il cancelliere tedesco Angela Merkel, che oggi si sono incontrati a Varsavia. "La Germania capisce il nostro punto di vista. Né Varsavia né Berlino sono interessate a porre il veto al pacchetto clima", ha dichiarato il premier polacco. "Ci aspettiamo che alla fine sarà trovato un compromesso al vertice. Sono cautamente ottimista", ha replicato da parte sua il cancelliere tedesco.
Tuttavia Varsavia chiede che venga considerato "uno speciale trattamento per quei paesi, che più di altri verrebbero colpiti dalle norme del pacchetto ue sul clima". Si tratta in questo caso di tutta la nuova Europa, che chiede una deroga al pagamento dei permessi alle emissioni di Co2. "Per quanto ci riguarda, vorremmo che dal 2013 al 2019 ottenessimo permessi di emissione non a pagamento", ha concluso Tusk.
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