HARARE – corriere.it - Di fronte alla velocità con cui si sta diffondendo l'epidemia di colera nello Zimbabwe che - stando ai dati forniti dall'Ufficio per gli affari umanitari dell'Onu - ha fatto già 566 vittime mentre si contano circa 12mila malati, il governo del Paese africano ha proclamato lo stato di emergenza nazionale. Il ministero della Salute di Harare ha confermato che sono in corso contatti con le organizzazioni internazionali per elaborare un piano di aiuto su vasta scala. «L'appello d'emergenza ci aiuterà a contenere il numero dei malati e delle vittime, dovute all'attuale situazione socio-economica» del Paese, ha dichiarato il ministro della Salute, David Parirenyatwa.
COLLASSO DELLA RETE FOGNARIA E CARENZA D'ACQUA POTABILE - A rendere particolarmente drammatica la situazione è il mancato funzionamento della maggior parte degli ospedali e la insufficiente somministrazione di acqua potabile. L'epidemia, cominciata all'inizio dell'anno, da settembre si è estesa a nove delle dieci province del Paese e le zone più critiche sono quelle dei distretti della capitale Harare, Budiriro (l'epicentro) e Glen View. Ma è emergenza anche a Beitbridge, città di frontiera con il Sudafrica. Le cause sono il collasso della rete fognaria di Harare e all'inefficienza del sistema di distribuzione di acqua potabile.
CROCE ROSSA - Il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) ha annunciato un aumento degli aiuti nel Paese africano, con l'arrivo di 13 tonnellate di soccorsi medici. Il numero di casi di colera segnalati è cresciuto del 176% rispetto alla settimana scorsa e nuovi programmi dovranno essere elaborati di fronte alle dimensioni dell'epidemia, ha detto a Ginevra la portavoce dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) Elisabeth Byrs.
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