Ad oggi ''registriamo un danno di circa il 50% delle popolazioni, come media su scala nazionale, dovuta alla sindrome da spopolamento degli alveari''. Cosi' Raffaele Cirone, presidente della Federazione apicoltori italiani (Fai), al termine della riunione di oggi al ministero delle Politiche agricole sulla moria di api, ricorda il dato generale sulla ''grave crisi strutturale del settore apistico'', legato a molti fattori e non solo all'eventuale uso di sostanze killer nelle sementi. In ogni caso ''siamo soddisfatti - afferma il presidente della Fai - di questo primo momento di attenzione ai problemi della categoria apistica'', riferendosi all'incontro odierno. ''Anche noi registriamo un rapporto di causa-effetto della moria di api in contemporanea con la semina del mais'' spiega Cirone, ma il fenomeno rientra '' a livello nazionale in un problema piu' ampio, determinato da un concorso di cause, che viene registrato a livello mondiale''. A colpire le api '' ci sono i cambiamenti climatici - aggiunge Cirone - la recrudescenza di alcune patologie (malattie esotiche in particolare), difficolta' di reperimento di nettare e polline necessari, oltre alla pressione chimica''. (ANSA)
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