In cambio dovrebbe essere assicurato il ritiro e il riciclaggio delle lampade che non funzionano più. Ma ciò ancora non avviene nel migliore dei modi.
Le lampade a incandescenza non contengono elementi tossici e per questo non ci sono problemi. Le lampade a basso consumo, invece, i cosiddetti tubi fluorescenti, (130 milioni di pezzi venduti in italia), necessitano dello smaltimento differenziato per evitare la diffusione nell'ambiente di sostanze pericolose.
"E' vero, la raccolta differenziata non è partita perché non sono ancora operative le norme specifiche per regolare il complesso meccanismo di recupero presso i punti vendita — conferma al Corriere Valerio Angelelli, del ministero dell’Ambiente, presidente del Comitato di controllo e vigilanza Raee —. Noi, come ministero, quelle norme le abbiamo già scritte. Ora siamo in attesa dell’approvazione finale da parte della Commissione europea. Ancora qualche mese e tutto dovrebbe funzionare come previsto".
Per ora in Italia esistono sette impianti per riciclare le lampadine a basso consumo. Tre sono nel Milanese: a Muggiano, S.Giuliano e Segrate. Le altre quattro sono a Brescia-Castenedolo, Padova, Gorizia e Roma-S. Palomba. A parte il difficile avvio del riciclo, le lampade a basso consumo sono, per ora, le sorgenti luminose più consigliate in tutto il mondo. E’ vero che costano circa dieci volte di più rispetto a quelle a filamento, ma durano anche dieci volte di più e consumano l’80 per cento di meno.
Greta Consoli
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