Le olimpiadi di Pechino sperano nel vento per scacciare "l'atmosfera da sauna"

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Giovedì, 7 Agosto 2008

Le olimpiadi cinesi si avvicinano rapidamente, ma la società armoniosa non riesce a domare clima e inquinamento che, più delle violazioni dei diritti umani e della protesta "confinata" in spazi concessi, preoccupano i dirigenti cinesi per l´immagine che la Cina darà al mondo. Il meccanismo dei giochi è oliato e probabilmente perfetto, lo spettacolo di massa sarà probabilmente sbalorditivo come solo quello che i regimi sanno (possono) mettere in scena, ma ieri è dovuto intervenire direttamente il consigliere per la qualità dell´aria dei giochi olimpici, il professor Zhu Tong dell´università di Pechino, per dire che «Se a Pechino "l´atmosfera da sauna" si presenta durante i giochi

olimpici, i responsabili dovranno impedire ad ancora più auto di viaggiare sulle strade»

Zhu ha tenuto a dire che «Le restrizioni contro le vetture e le fabbriche hanno però avuto gli effetti voluti per quel che concerne il miglioramento della qualità dell´aria per le Olimpiadi. Tuttavia, un´alta umidità in mancanza di vento potrebbe impedire alle emissioni ed al particolato nell´aria di disperdersi, provocando un alto livello di inquinamento. I responsabili dovranno prendere allora altre misure».

Per l´ufficio di protezione dell´ambiente del municipio di Pechino «L´indice di inquinamento dell´aria da particelle solide si è abbassato a 44 mercoledi in rapporto a 90 di martedi. Un livello al di sotto di 50 è giudicato come prova di buona qualità dell´aria e tra 51 e 100 di una qualità media».

Comunque, mentre l´agenzia ufficiale Xinhua diffonde rassicuranti immagini di cieli blu olimpici (nella foto), la preoccupazione è palpabile e il neo-ministero per la protezione ambientale ha messo a punto il Piano "Misure d´emergenza di controllo dell´inquinamento durante le Olimpiadi e Paralimpiadi in condizioni atmosferiche estremamente sfavorevolì" che prevede di estendere anche al porto di Tianjin, a 120 chilometri dalla capitale, le targhe alterne e, in caso di emergenza climatico-ambientale, di chiudere altre fabbriche e centrali elettriche e ridurre ulteriormente il traffico automobilistico a Pechino e nei dintorni.

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