Moria di api: non c´è più tempo da perdere

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Venerdì, 1 Agosto 2008

«La moria delle api di può fermare solo bloccando l’uso dei neonicotinoidi, i nuovi pesticidi sparsi nell’ambiente a larghe mani. Valutiamo positivamente l’intenzione del governo di avvalersi di una procedura precauzionale in merito all’uso di queste molecole e ci auguriamo che questa volontà non venga smentita dai fatti». Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, e Francesco Panella, presidente di U.N.A.API, dopo l’incontro con le associazioni svoltosi al ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. In seguito alle crescenti denunce da parte degli apicoltori e di Legambiente di immense morie di api a causa di nuovi e micidiali insetticidi, il Mipaaf aveva,

infatti, assunto l’impegno di monitorare il fenomeno e di assumere orientamenti conseguenti. I nomi di queste sostanze sono ben noti: si tratta dei neonicotinoidi di nuova generazione della Bayer e della Syngenta, micidiali in particolare se utilizzati per conciare (impolverare) i semi del mais.

«I fenomeni verificatisi in campo in modo crescente e sempre più grave evidenziano l’inadeguatezza e l’inaffidabilità delle procedure di valutazione ambientale per l’uso di molecole chimiche immesse nell’ambiente a larghe mani - proseguono Cogliati Dezza e Panella -. Alcune Regioni hanno già chiesto la sospensione delle molecole incriminate ma non è stato redatto ancora alcun report d’insieme di tutte le informazioni pervenutegli dalle varie amministrazioni, né si è voluto prendere atto dell’evidenza scientifica che emerge dall’insieme delle rilevazioni di campo e dalle analisi di laboratorio effettuate. Confidiamo ora in un decisivo passo avanti».

Grazie all’attività in campo degli apicoltori e dei servizi veterinari e agricoli delle regioni si sono raccolti elementi scientifici che inequivocabilmente indicano l’identikit con nome e cognome dei killer delle api e dell’ambiente. Si è appurato che, oltre agli effetti insetticidi che perdurano nella linfa per tutta la vita della piante, con certezza in fase di semina tali molecole formano nubi tossiche di particelle sottili che provocano la morte di tutte le api che volano nei campi. Tali insetticidi sono stati sospesi in Francia a partire dal 1999 e in Germania e Slovenia nel 2008 nei 15 giorni successivi alla prima moria d’api verificatasi in campo.

«Chiediamo ai ministeri della salute e dell’agricoltura – concludono Cogliati Dezza e Panella – di tutelare l’interesse pubblico e di dimostrare autonomia rispetto agli interessi privati delle holdings della chimica».

Sulla moria di apri interviene anche Luca Sani, parlamentare Pd della maremma territorio dove l’apicoltura ha radici solidissime, che torna ad occuparsi del comparto apistico con un’interrogazione presentata in XIII Commissione agricoltura, per sollecitare il Governo a sospendere subito, in via precauzionale, l’utilizzo di fitofarmaci a base di “neonicotinoidi”, responsabili degli “apicidi” massivi della primavera.

«Oltre l’80% delle colture agricole – sottolinea Sani nell’interrogazione - dipendono dall’impollinazione effettuata dalle api, che garantiscono la rigenerazione delle flora mantenendo la biodiversità. L’apicoltura italiana, inoltre, è un comparto produttivo rilevante nell’ambito del settore primario nazionale, che è stato riconosciuto a “valenza nazionale” e vanta numerose produzioni di miele di qualità a marchio Dop e Igp. Tutte le associazioni di rappresentanza dei produttori hanno individuato nei “pesticidi (fitofarmaci) sistemici a base di “neonicotinoidi” – utilizzati per la concia delle sementi – la causa della moria massiva di api».

«Aspromiele, associazione apistica piemontese – aggiunge - ha recentemente fatto svolgere ad un laboratorio d’analisi privato un’indagine su alcune confezioni di semi di girasole, dalla quale è emersa la presenza delle molecole “imidacloprid” - principio attivo della Bayer alla base del Poncho e del Gaucho, prodotti per la concia delle sementi del mais - e “thiametoxan”, principio attivo del Cruiser della Syngenta. Queste molecole non sono autorizzate in Italia per i semi di girasole, tanto da non essere neppure contemplate dalle etichette dei sacchetti di semi di girasole».

Dopodiché Sani chiede al ministro di «promuovere, in base al principio di precauzione, il divieto di utilizzo in agricoltura di prodotti a base di “neonictnoidi” e di sementi pretrattati con le molecole chimiche “imidacloprid” e “thiametoxan”».

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