Il piano di
evacauzione adottato dal governo ha impedito che il
bilancio delle vittime si aggravasse
DACCA
È di oltre duecento morti il bilancio ancora
provvisorio dell’abbattimento del super-ciclone
’Sidr’ sulle coste del Bangladesh, dove è giunto
nella notte, annunciato da raffiche di vento dalla
potenza che ha toccato i 250 chilometri l’ora, e
preceduto da un’ondata di piena alta una quindicina
di metri, che ha devastato almeno tre città lungo il
litorale del Golfo del Bengala, Patuakhali, Barguna
e Jhalakathi, distruggendo un
numero «incalcolabile»
di case e costringendo alla fuga gli abitanti della
zona, che conta una popolazione complessiva di
settecentomila anime.
L’area più colpita dal ciclone Sidr è il distretto
costiero di Barguna dove si registrano 87 morti,
anche se il bilancio delle vittime potrebbe ancora
salire. Le informazioni giunte sono ancora
frammentarie e i soccorritori non sono riusciti a
raggiungere tutte le aree colpite, a causa delle
strade bloccate da alberi e cavi elettrici caduti.
Lungo la costa sono state abbattute moltissime case
e a Dacca, la capitale, sono stati sradicati alberi
e l’elettricità si è interrotta.
Il paese, dove simili catastrofi naturali sono
frequenti, si era preparato all’arrivo del ciclone
con una strategia che ha impedito maggiori perdite
di vite. Oltre un milione di persone sono state
evacuate dalla costa del Bangladesh, mentre porti,
aeroporti e stazioni ferroviarie sono stati chiusi e
il traffico interrotto. Funzionari della protezione
civile si erano recati in remoti villaggi di
pescatori con i megafoni per avvertire
dell’imminente arrivo di Sidr.
Il ciclone, con piogge torrenziali e venti fino a
240 chilometri orari, si è abbattuto ieri notte su
tutta la costa del Bangladesh, dirigendosi poi verso
lo stato indiano dell’Orissa. Qui Sidr, che aveva
perso parte della sua forza, ha prodotto danni
minori. Circa 30mila persone erano state evacuate
per ordine delle autorità nello stato di Orissa, e
60mila nel vicino Bengala occidentale al confine con
il Bangladesh.