Il grido d'allarme viene dal Presidente del WWF, Fulco
Pratesi. Secondo Fulco Pratesi la morte di milioni di
api è soltanto la punta dell'iceberg di un fenomeno di
ben più vasta portata che coinvolge una natura ormai
irrimediabilmente compromessa. Le api sono infatti uno
degli anelli più fragili dell'ecosistema e risentono per
prime della presenza di elementi inquinanti.
Sono sensibilissimi indicatori biologici
dell'inquinamento da insetticidi, anticrittogamici e
simili. Questi insetti svolgono un compito
indispensabile alla sopravvivenza di gran parte delle
piante, facendo da impollinatori, cioè trasportando il
polline da una pianta all'altra. Senza di esse
l'impollinazione e la riproduzione non potrebbero
avvenire e la loro scomparsa comporterebbe conseguenze
difficilmente immaginabili. Il mutuo rapporto tra piante
e impollinatori si è creato nel corso di milioni di
anni. Ma da qualche tempo le popolazioni degli animali
impollinatori vanno continuamente decrescendo. E con
esse diminuiscono le prospettive di vita delle specie
vegetali legate alla loro azione.
Responsabili sono naturalmente i pesticidi. Dal 1962,
l'anno in cui il celebre libro di Rachel Carson "La
primavera silenziosa" lanciò il primo allarme contro il
loro uso indiscriminato, malgrado il bando delle
sostanze più pericolose messe in atto da molti Paesi,
l'impiego di veleni sui campi di tutto il mondo è più
che raddoppiato, fino a raggiungere il milione di
tonnellate all'anno. (La Stampa, 23 agosto 2002).
Le api 'bottinatrici', partono dall'alveare per
ricercare nettare e altri elementi utili per la loro
sopravvivenza. Ma la maggior parte cadono a terra morte
dopo essere entrate in contatto con queste molecole
tossiche. Uno dei principali accusati è un insetticida
prodotto dalla Bayer col nome "Gaucho", in vendita da
circa dieci anni, basato sulla molecola attiva
imidacloprid,
utilizzato per il trattamento di mais, grano,
barbabietola e girasole.
Il "Gaucho" fa parte dei cosiddetti insetticidi
"sistemici" che non vengono cosparsi sulle colture, ma
vengono inglobati nei semi per essere rilasciati nel
corso della crescita. Si propaga tramite le piante dal
punto di applicazione ed uccide gli insetti che se ne
nutrono. Ha una lunghissima persistenza nel terreno ed
un'azione tossica sulle api anche a dosi inferiori a tre
particelle per miliardo.
A causa dell'utilizzo dell'imidacloprid, in Francia
scompaiono ogni anno un quarto delle api e negli Stati
Uniti gli apicoltori hanno già perso l'80% delle loro
api.
Anche in Italia la situazione è molto grave. Gli
apicoltori hanno segnalato gravi spopolamenti e morie di
intere famiglie di api, in particolare nel nord. Il 2002
è stato l'anno peggiore mai registrato a memoria d'uomo
nel settore: basti pensare che la produzione di miele
nazionale è scesa del 70% rispetto al 2001. Gli
apicoltori avvertono che d'ora in poi occorre fare molta
attenzione perché c'è il rischio che circoli miele fatto
con zucchero e poco miele oppure miele straniero di
dubbia provenienza.
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