Le api stanno morendo

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A causa dell'inquinamento ambientale, dei mutamenti climatici e altre cause non conosciute, in alcuni paesi sono morte l'80% delle api.

Attenzione ai mieli.

"Se l'ape scomparisse dalla faccia della Terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita"
Albert Einstein

 

Il grido d'allarme viene dal Presidente del WWF, Fulco Pratesi. Secondo Fulco Pratesi la morte di milioni di api è soltanto la punta dell'iceberg di un fenomeno di ben più vasta portata che coinvolge una natura ormai irrimediabilmente compromessa. Le api sono infatti uno degli anelli più fragili dell'ecosistema e risentono per prime della presenza di elementi inquinanti.


Sono sensibilissimi indicatori biologici dell'inquinamento da insetticidi, anticrittogamici e simili. Questi insetti svolgono un compito indispensabile alla sopravvivenza di gran parte delle piante, facendo da impollinatori, cioè trasportando il polline da una pianta all'altra. Senza di esse l'impollinazione e la riproduzione non potrebbero avvenire e la loro scomparsa comporterebbe conseguenze difficilmente immaginabili. Il mutuo rapporto tra piante e impollinatori si è creato nel corso di milioni di anni. Ma da qualche tempo le popolazioni degli animali impollinatori vanno continuamente decrescendo. E con esse diminuiscono le prospettive di vita delle specie vegetali legate alla loro azione.


Responsabili sono naturalmente i pesticidi. Dal 1962, l'anno in cui il celebre libro di Rachel Carson "La primavera silenziosa" lanciò il primo allarme contro il loro uso indiscriminato, malgrado il bando delle sostanze più pericolose messe in atto da molti Paesi, l'impiego di veleni sui campi di tutto il mondo è più che raddoppiato, fino a raggiungere il milione di tonnellate all'anno. (La Stampa, 23 agosto 2002).


Le api 'bottinatrici', partono dall'alveare per ricercare nettare e altri elementi utili per la loro sopravvivenza. Ma la maggior parte cadono a terra morte dopo essere entrate in contatto con queste molecole tossiche. Uno dei principali accusati è un insetticida prodotto dalla Bayer col nome "Gaucho", in vendita da circa dieci anni, basato sulla molecola attiva
imidacloprid, utilizzato per il trattamento di mais, grano, barbabietola e girasole.


Il "Gaucho" fa parte dei cosiddetti insetticidi "sistemici" che non vengono cosparsi sulle colture, ma vengono inglobati nei semi per essere rilasciati nel corso della crescita. Si propaga tramite le piante dal punto di applicazione ed uccide gli insetti che se ne nutrono. Ha una lunghissima persistenza nel terreno ed un'azione tossica sulle api anche a dosi inferiori a tre particelle per miliardo.


A causa dell'utilizzo dell'imidacloprid, in Francia scompaiono ogni anno un quarto delle api e negli Stati Uniti gli apicoltori hanno già perso l'80% delle loro api.
Anche in Italia la situazione è molto grave. Gli apicoltori hanno segnalato gravi spopolamenti e morie di intere famiglie di api, in particolare nel nord. Il 2002 è stato l'anno peggiore mai registrato a memoria d'uomo nel settore: basti pensare che la produzione di miele nazionale è scesa del 70% rispetto al 2001. Gli apicoltori avvertono che d'ora in poi occorre fare molta attenzione perché c'è il rischio che circoli miele fatto con zucchero e poco miele oppure miele straniero di dubbia provenienza.

 

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