Vendemmia 2007 e cambiamenti climatici vissuti sulla pelle di un contadino

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Venerdì, 7 Dicembre 2007

L'autunno 2007 inizia straordinariamente con la vendemmia che si è già conclusa nel 70 per cento dei vigneti a significare il profondo impatto sulla natura provocato dai cambiamenti climatici con l'estate 2007 che entra nella top ten delle piu' calde degli ultimi due secoli classificandosi al nono posto dal 1800, dopo che sia l'inverno che la primavera avevano fatto segnare i rispettivi primati stagionali per l'elevata temperatura. E' quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la vendemmia è iniziata quest'anno con un mese di anticipo e che è stato già raccolto piu' del doppio dell'uva rispetto alle medie del passato. Una produzione che - sottolinea la Coldiretti - si prevede di buona qualità, ma contenuta di oltre il 10 per cento che si traduce in una produzione inferiore ai 45 milioni di ettolitri di vino, sui livelli minimi degli ultimi trenta anni. E con un anticipo storico si stima anche la raccolta delle olive che partirà nel prossimo mese in Sicilia, con una produzione contenuta a livello nazionale sulle 600mila tonnellate. Si tratta degli ultimi effetti di un andamento stagionale anomalo che si è manifestato già a giugno con la mietitura del grano che è stata anticipata di una decina di giorni da sud a nord come pure la maturazione delle principali varietà di frutta e verdura. Ma il caldo del 2007 - continua la Coldiretti - ha anche provocato anche un vero e proprio “boom” anticipato di cervi, lupi e cinghiali nelle campagne dove questi animali selvatici scorrazzano seminando il panico sulle strade e provocando danni alle persone, alle strutture e alle colture agricole. In inverno - riferisce la Coldiretti - a gennaio sono spuntate le mimose con due mesi di anticipo, all'inizio di marzo sono state avvistate in Liguria e Sicilia le prime rondini, sbocciate le margherite e raccolte straordinariamente le fave che accompagnano le scampagnate del primo maggio. Effetti si sono avuti anche sugli animali, soprattutto quelli che vanno in letargo o migrano con i merli che hanno cominciato a nidificare in città già da febbraio, cosa che in teoria fanno a marzo come anche i piccoli passeriformi. Per effetto del clima, in primavera si è registrata una concentrazione e una varietà di offerta di frutta e verdura Made in Italy come mai nel passato . Le fragole in anticipo di 20 giorni, mentre un mese prima del normale calendario di raccolta sono arrivate già ad aprile, le ciliegie dal Mezzogiorno e, a seguire, albicocche e pesche. Si è trattato - precisa la Coldiretti - di una situazione climatica che ha sconvolto i normali cicli della natura con piante e animali. Ma gli effetti del cambiamento climatico - continua la Coldiretti - si fanno sentire nelle campagne con un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l'olivo che è arrivato a ridosso delle Alpi e le prime arachidi raccolte nella pianura padana, la riduzione della riserva idrica, l'aumento dell'erosione in zone collinari e alluvioni in pianura, anticipo di germogliamento per le piante coltivate, maggiore rischio per gelate tardive, aumento dell'incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti, stress idrico delle piante. Si tratta di processi - continua la Coldiretti - che rappresentano una nuova sfida per l'impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Servono - conclude la Coldiretti - interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali del piano irriguo nazionale previsto dalla finanziaria, campagne di informazione ed educazione sull'uso corretto dell'acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo ma anche ricerca ed innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico. (Luigi da ccdd news http://www.biodiversita.info)

 

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